16 agosto 2009

Giappone - Giorno 9: Osaka – Koyasan

Chiakie e’ venuta a prenderci in ostello alle 9:15 e siamo andati alla stazione dove abbiamo incontrato la sua amica Tomoka (che avevo gia’ conosciuto a Honolulu). Tomoka non parla molto inglese quindi per comunicare e’ stato un miscuglio di inglese, giapponese e qualche traduzione di Chakie. Insieme abbiamo preso il treno per Koyasan, un paese di montagna a circa un’ora e mezzo di treno da Osaka famoso (dichiarato patrimonio mondiale culturale dall’UNESCO) per i santuari ed il cimitero. La giornata era abbastanza cupa, con un cielo grigio scuro e speravamo che non ci rovinasse la gita. Il viaggio in treno e’ stato divertente perche’ arrivati ad una stazione un gruppo di ragazzine in uniforme scolastica ci hanno visto e puntando le dita verso di noi sono scoppiate a ridere (a causa del colore degli occhi di Lindsey penso), quando sono salite in treno le abbiamo salutate e scambiato qualche frase, erano tutte interessate alle nostre vicende e estremamente sorprese che parlassi un po di giapponese ed abbiamo anche fatto qualche foto. Arrivati alla fine della linea ferroviaria abbiamo dovuto prendere la funicolare che sale su un pendio molto ripido e ci ha portato in cima dove c’era la stazione dei bus dove abbiamo preso il nostro per Koyasan, il tragitto in bus e’ durato circa 15 minuti su una strada che attraversava fitte foreste di betulle. Scesi dal bus ci siamo diretti verso uno dei tempi che da portale al paese. Di dimensioni alquanto ampie, questo tempio e’ circondato da alberi centenari enormi ed ammirandoli non si puo’ far a meno di sentirsi veramente minuscoli. Abbiamo percorso la via che va dal tempio attraverso il paese ed abbiamo potuto ammirare altri templi finche’ siamo arrivati all’ingresso del cimitero. Di cimiteri ne avevo gia’ visto in Giappone, quindi prima di arrivare qui non sapevo esattamente cosa avesse questo di speciale; quello che ha di speciale e’ che e’ antico… ma proprio antico ed e’ uno spettacolo sia impressionante cha affascinante. Nel pomeriggio si e’ messo a piovere ma avevamo ombrelli (nota culturale: tutti gli alberghi in giappone offrono ombrelli in prestito e negozi e ristoranti hanno sacchetti per ombrelli in modo che non colino per il pavimento). La pioggia non ci ha rovinato la visita, anzi, direi che ha aggiunto alla magia del posto. Essere in una foresta centenaria (gli alberi sono stimati avere circa 600 anni) con tombe coperte da un fitto muschio, dove tutto e’ di un verde profondo ha un fascino incredibile, si diventa quasi parte dell’ambiente. La parte antica del cimitero e’ di una bellezza insolita ed anche solo ad attraversarla si sente un certo senso di pace. Abbiamo passato quasi due ore li, facendo foto e contemplando le varie pietre, lanterne, altari e torii e non lo abbiamo nemmeno visto tutto.
Dopo aver ripreso il bus (ha smesso di piovere) per un paese vicino abbiamo pranzato (soba e udon) e poi ci siamo diretti verso la funicolare per poi riprendere il treno per Osaka che, poco stranamente, e’ partito in perfetto orario.
Chakie ci ha portato ancora una volta in giro per la citta’ mostrandoci parti nuove e dopo aver camminato per un po siamo andati a cena. La cena stasera e’ stata l’Okonomiyaki, una specie di omelette fatta con verdure e frutti di mare. Il ristorante dove siamo andati era elegantino, al secondo piano di un edificio in una via popolata dal via vai di giovani ed anche questo aveva una piastra calda al centro del tavolo, inoltre offriva tutti e tre i tipi di Okonomiyaki (stile Hiroshima, stile Osaka e stile Honshu, che differiscono nella preparazione e presentazione). Il pasto era preparato in cucina (anche questa a esibizione) e poi portato nella piastra a tavola. Insieme al pasto ho preso un sake caldo, al quale ci sto prendendo gusto, accompagnamento perfetto per pasti a base di pesce.
Stanotte non ci sono state scosse di terremoto (mica tutti i giorni e’ festa, quello della notte prima era il benvenuto a Osaka).

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