16 aprile 2008

Giappone - Giorno 7: Kyoto

L’antica capitale del Giappone e’ famosa per la moltitudine di templi, giardini e ciliegi che, purtroppo per noi, avevano gia’ perso i fiori quando siamo arrivati ma cominciavano gia’ a mettere le foglie. Ci siamo subito diretti verso il tempio principale che in questo momento e’ in mantenimento. Intorno al tempio hanno costruito un hangar che avrebbe tranquillamente potuto ospitare un Boeing 747, anzi, facciamo un Airbus A380 per dare un po’ di credito agli europei. Una guida che abbiamo incontrato li, o piuttosto, che ci e’ venuto incontro perché, come molti giapponesi, aveva voglia di praticare un po’ d’inglese, ci ha detto che il tempio ha circa 1000 anni (e’ davvero immenso) ed e’ costruito interamente in legno ad incastro, senza alcun chiodo. Abbiamo camminato per una decina di minuti verso un ostello descritto nella guida Lonely Planet (che dal viaggio in Peru’ e’ ormai la nostra compagna preferita); l’ostello era molto carino, nuovo, dall’aria moderna, bei colori e pulito, purtroppo era pieno. La ragazza alla reception ha fatto un paio di telefonate per noi per vedere se c’era posto in altri ostelli/alberghi ma, Kyoto essendo Kyoto, cioe’ destinazione di pressoché tutti i turisti che visitano il Giappone, inclusi molti turisti giapponesi, non c’era nulla. Siamo infine riusciti a trovare una stanza in un ostello vicino al palazzo imperiale. Arrivati li dopo aver preso la metro la prima impressione e’ stata, senza mezzi termini, quella di bettola. Perlomeno la stanza, pur piccola, era pulita e non la dividevamo con nessuno.
Il tempo era bellissimo, un sole caldo splendeva nel cielo senza una nuvola per la prima volta dal nostro arrivo in Giappone e cosi abbiamo deciso di cambiare i termini del metodo preferito di esplorazione (a piedi) con il noleggio di una bicicletta. Anche nelle citta’ piu’ grandi, in Giappone molta gente va in bicicletta e pur non essendoci corsie apposite (si va nel marciapiede; ci sono pero’ le corsie per biciclette negli incroci quando si attraversa) vige la solita legge della cortesia nipponica: chiunque altro ha la precedenza. Il noleggio della bici ci e’ costato $5/€3.30 per la giornata, una cifra quasi ridicola tanto bassa. Kyoto, pur essendo una metropoli, una volta allontanatisi dall’area della stazione, sembra piu’ un immenso giardino (non a caso si e’ valsa il soprannome di citta’-giardino). Con la bicicletta abbiamo costeggiato uno dei fiumi che separano le varie aree della citta’ godendoci a pieno questa splendida giornata. Siamo risaliti lungo il fiume fino ad arrivare ai giardini municipali dove abbiamo trascorso un paio d’ore ad ammirare grandi giardini di tulipani di tutti i colori e fiori di altri tipi. Il giardino aveva anche una buona collezione di bonsai, stagni e rigagnoli. Finita la visita ai giardini, abbiamo ripreso la bicicletta (notando che molte biciclette non hanno la catena antifurto) per percorrere un paio di chilometri verso il centro ed il quartiere di Gion, dove si possono ancora vedere le Geisha e loro apprendiste. La strada che percorre Gion, con un ruscello da un lato e filari di ciliegi, e’ considerata la via piu’ bella di tutta l’Asia; vedendola non potevamo che essere d’accordo. Siamo arrivati li subito dopo il tramonto (che ci siamo goduti dalla bicicletta) e la zona era gia’ tutta illuminata con un via vai continuo di gente, sia turisti che gente del luogo. I neon dei negozi si mischiavano alle luci delle lanterne appese fuori dai locali e la strada profumava di odori provenienti dalla miriade di ristoranti. Per caso siamo passati davanti ad un ristorante in una strada meno turistica e quello che abbiamo visto da fuori ci ha fatto venire una voglia matta di entrare (eravamo affamati). All’ingresso c’era un acquario con seppie e dentro nella zona cucina c’erano 4 cuochi indaffarati a preparare sushi e sashimi (foto inclusa); come bonus non c’erano turisti ma solo giapponesi, quindi un buon segno, ed il ristorante era quasi pieno. I posti a sedere erano dal bancone intorno alla cucina per poter vedere la preparazione del cibo. Il cameriere ci ha accolto e ci ha portato il menu (sia in giapponese che in inglese). Abbiamo ordinato un sacco di porzioni differenti per provare un po di tutto ed abbiamo diviso (come facciamo di solito). In quel ristorante ho mangiato il miglior sashimi che abbia mai mangiato (il sashimi e’, solitamente, composto da filetti di pesce crudo con salsa di soya o wasabi) e le porzioni erano generose. C’era anche del polpo, gamberi, calamari e sushi e zuppe a tutte le maniere. E’ stato di gran lunga il pasto piu’ caro della nostra vacanza ($61/€39 in due incluso Sake) ma in Europa o negli Stati Uniti ci sarebbe costato il doppio o triplo. In seguito inviero’ le foto dei piatti cha abbiamo mangiato.
Abbiamo trascorso un’oretta a passeggiare prima di riprendere la bici e pedalare verso il nostro ostello/bettola. Alle 22:00 ero gia’ a letto, un record in questo viaggio di sere tarde e levatacce all’alba.

15 aprile 2008

Giappone - Giorno 6: Takayama

Ancora una volta la sveglia ha suonato presto e stavolta il treno ci ha portato a Takayama, una cittadina di bassa montagna famosa per le feste di Primavera. Avevamo intenzione di starci per la notte ma gli albergi li erano tutti pieni per una festa locale. I luoghi che abbiamo attraversato nelle Alpi Giapponesi erano abbastanza diversi da quelli che abbiamo visto in passato. Percorrendo una buona parte della ferrovia affianco ad un fiume il treno ci ha portato attraverso valli e canyon, ciliegi in fiore, case di campagna, campi, cascate e alte montagne con le vette innevate. A rendere il viaggio ancora piu’ interessante e’ stato il commentario, sia in giapponese che in inglese, dato attraverso gli altoparlanti del treno, ad indicare i vari luoghi di interesse. Il paesaggio era bellissimo con caratteristiche nettamente alpine.
A Takayama siamo sbarcati dal treno (pieno) e dopo aver preso i programmi del festival all’ufficio ci siamo incamminati verso il centro. Appena fuori dalla stazione siamo stati attratti da un negozio di prodotti tipici nel quale si poteva assaggiare tutto, ma proprio tutto. Tra assaggi di verdure, frutta , dolci, carne e pesce penso che siamo rimasti nel negozio per almeno mezz’ora. Dopo aver assaggiato l’equivalente di un pranzo di 3 portate piu’ dolce (si, abbiamo anche comprato qualcosa) ci siamo rincamminati verso il centro scoprendo che questo paese offre un sacco di assaggi. Prima di arrivare alla nostra destinazione, senza timore alcuno, abbiamo assaggiato molto di piu’ per i negozi lungo la strada.
il paese era pieno di gente; lungo una delle strade accompagnate da un lato da un fiume si vedevano bancarelle per la vendita di prodotti di ogni genere, da dolci locali, a filetti di trote arrosto allo spiedino, sakè e altro. Nella piazza principale, alla quale abbiamo accesso tramite un bellissimo ponte arancione, c’erano i carri della parata, gente in costumi tipici e storici e tante altre bancarelle. La risposta a quello che vi state chiedendo è sì.
Abbiamo fatto una passeggiata verso la cima della collina attraverso boschi, per vedere la città dall’alto e ci siamo soffermati per un po’ a contemplare il panorama e la calma del luogo. La nostra attenzione è stata richiamata dai suoni della festa, flauti e tamburi, e cosicché siamo riscesi per vedere la parata e lo spettacolo delle marionette. Takayama ha una storia affascinante e la parata rappresenta un po’ la storia della città e le sue tradizioni. Non mi dilungherò più di tanto, comunque sono sicuro che si possano trovare informazioni su Wikipedia. Per pranzare ho comprato una bento box (riso, sushi e tempura) mentre Lindsey ha comprato uno spiedino di carne Hida che pur non essendo famosa quanto la carne Kobe fuori dal Giappone, e’ altrettanto buona. In verita’ devo dire che e’ probabilmente la carne piu’ saporita che abbia mai mangiato. Abbiamo mangiato su una panchina vicino ad un tempio ed un vecchio ponte sul lato del fiume in piena tranquillita’ e lontani dalla folla. Takayama e’ ricca di templi e ne abbiamo visitato vari prima di avviarci verso la stazione a prendere il treno per Nagoya, che, senza sorpresa alcuna, e’ partito in perfetto orario.

14 aprile 2008

Giappone - Giorno 5 : Magome e Sumago

Il nostro treno e’ partito in perfetto orario alle 7:05 con destinazione Nakatsugawa (1 ora e 20 minuti con l’Espresso), una cittadina di montagna. Il tragitto in treno e’ stato accompagnato dall’attraversamento di valli, fiumi e alte montagne, alcune coperte di neve. Il paesaggio e’ molto simile a quello alpino, non sara’ a caso che queste montagne si chiamano Alpi Giapponesi. Ad ogni passaggio, il controllore, uscendo dalla carrozza si gira e fa l’inchino.
Arrivati a Nakatsugawa, abbiamo preso il bus per Magome (durata 30 minuti). Magome e’ un paesino storico in montagna, ma sorprendentemente, faceva meno freddo che a Matsumoto. Ho approfittato del tempo buono per mettermi in maglietta e pantaloncini. Abbiamo lasciato gli zaini al centro informazioni, dove hanno un servizio che permette di riprenderli a Sumago, lasciando i turisti liberi di fare la passeggiata di 8 Km senza ingombro. Il paese di Magome e’ quello che nelle cartoline potrebbe rappresentare il tipico paesino rustico della campagna giapponese: una stradina centrale percorsa da un canale per lo scolo dell’acqua che arriva dalle montagne, sul quale si affacciano una miriade di negozietti di prodotti locali e ristorantini con specialità della zona. La via principale e’ adornata da mulini ad acqua e vasi di fiori. Abbiamo trovato molti prodotti a base di castagne, uno dei prodotti per i quali questa regione e’ conosciuta. La gente e’ sempre calorosa, fatto che abbiamo riscontrato in tutte le parti del Giappone nelle quali siamo stati e si fanno in quattro per aiutare anche senza capire l’inglese. Se chiediamo direzioni, non si limitano ad indicare la via, ma vogliono a tutti i costi accompagnarti in modo che diminuiscano le possibilita’ che tu ti perda. Eh si, secondo la cultura giapponese non sarebbe per nulla educato creare un inconveniente nei confronti di un’altra persona. Oltre alla calorosa accoglienza del popolo, devo dire che i Giapponesi sono con certezza le persone piu’ educate che abbia mai incontrato. E’ necessario che sfati un mito però: su tutte le guide ho letto che i giapponesi che non parlano inglese tendono ad evitare il contatto con gli stranieri, non per mancanza di cortesia ma piuttosto per il contrario: pensano che non essendo capaci di aiutarti possano in qualche modo crearti un inconveniente. Al contrario, oltre as salutare e fare l'inchino, tutte le persone con le quali ho cominciato una conversazione si sono dimostrate gentilissime e piu’ che decise ad aiutarci. In altri casi, molto spesso ci capita di essere salutati e fermati da Giapponesi che hanno una voglia matta di praticare un po’ d’inglese.
Dopo la visita al paese ci siamo incamminati con macchina fotografica alla mano per il nostro mini-trekking di 8 Km. Il sentiero ci ha portato su e giu’ per un paio di monti, attraversando sia zone coltivate che cascate, ruscelli e foreste. Ho sempre voluto visitare la campagna giapponese e sono contento che questo viaggio mi permetta di farlo. La nostra passeggiata e' stata costellata dai "Konnichi-wa" (Buon Pomeriggio) dei turisti giapponesi (non abbiamo ancora visto altri turisti stranieri qui, con nostro piacere) che andavano in senso contrario, ai quali abbiamo risposto con altrettanto vigore.
Nel mezzo pomeriggio siamo arrivati a Sumago, simile a Magome come stile ma appena piu’ piccola. Abbiamo pranzato li e ci siamo seduti su una panchina ad osservare la gente, mentre cominciava a pioggerellare leggermente. Dopo aver ripreso gli zaini all’ufficio turistico, siamo saliti sul bus per la stazione di un paesino vicino, Nagiso (10 minuti). Mentre aspettavamo il bus abbiamo conosciuto due ragazzi est-europei e scambiato un po’ di esperienze. Loro viaggiano in direzione opposta alla nostra. Il treno ci ha portato fino a Nagoya, la quarta citta’ piu’ grande del Giappone, che ci ha accolto con una pioggia quasi torrenziale. L’ostello nel quale passavamo la notte si trova a 15 minuti di cammino dalla stazione, per fortuna pioveva piu’ leggermente dopo un’oretta passata ad ammirare il labirinto di negozi nel sotterraneo della stazione. Nagoya e’ una citta’ fiorente e si vede, i negozi di grandi marche sono dappertutto, dall’abbigliamento al cioccolato e da’ un po’ l’impressione di essere a Tokyo coi suoi neon e strade larghe, ma basta uscire un po’ dalla zona della stazione che sembra aver cambiato citta’ ed essere in una molto piu’ piccola. L’ostello (dal nome impronunciabile e lunghissimo) e’ il piu’ grande che abbia mai visto, 8 piani e due ale. La signora alla reception era di una dolcezza indescrivibile, sembrava fatta di zucchero. Piu’ viaggio e piu’ mi chiedo come facciamo noi, nelle nostre nazioni occidentali (con un pochino di eccezione per gli Stati Uniti, dove la cortesia e' piu' comune), a sopportare l’arroganza e la mancanza di gentilezza delle persone che dovrebbero essere al nostro servizio? Mi rendo conto anche che gli italiani non vincono di certo alcun premio per cortesia e gentilezza con la loro diffidenza e menefreghismo del prossimo. Forse e’ una delle ragioni per le quali quando torno in Italia non mi sento piu’ a casa…
La nostra stanza (privata, non stile dormitorio) e’ decorata in stile giapponese coi tatami e tavolo con servizio da te, come al Ryokan di Matsumoto. Al piano di sopra ci sono le docce e il bagno comune, con una vasca enorme di acqua calda per rilassarsi come negli Onsen (bagni termali). Abbiamo deciso di passare due notti li, cosi’ non dobbiamo rimorchiarci gli zaini pesanti appresso e da qui domani possiamo fare una gita diurna a Takayama (anche’ perche’ li c’e’ un festival e gli alberghi sono tutti occupati).
Una cosa che non e’ facile trovare e costa abbastanza sono gli internet caffe’. Nella hall dell’ostello c’e’ un computer con internet che costa 100 Yen per 15 minuti, ma trovare wi-fi non e’ semplice, forse perche’ hanno tutti internet a casa (all’ostello di Tokyo lo avevamo ed anche 4 computer a disposizione di tutti gratis). A causa di cio’ mi e’ difficile inviare questo diario regolarmente, quindi abbiate pazienza.
Per la cena siamo andati a mangiare curry che qui e’ buono ed a buon prezzo. Ne ho preso un piatto con calamari fritti.

13 aprile 2008

Giappone - Giorno 4 : Matsumoto

La terza mattinata nel paese del Sol Levante e’ cominciata col levar del sole. Alle 5 ero già in piedi preparando la macchina fotografica per uscire a fare foto del Castello di Matsumoto all’alba. Un’altra visita al distributore automatico di lattine (ogni giorno proviamo un caffè diverso, e quello di oggi era il migliore che ci sia capitato finora) e poi via verso il castello. Durata della camminata: 2 minuti. Direi che il nostro Ryokan sia davvero in una zona conveniente. Il giardino del castello non era completamente deserto, anzi, abbastanza popolato da fotografi, gente che portava a spasso il cane, e pure un gruppo di ragazzi e ragazze seduti sul prato a fare colazione all’alba. Dopo aver immortalato il castello da tutti gli angoli, Lindsey e’ andata a correre mentre io sono tornato in camera per scrivere il resoconto del giorno prima. Un’oretta piu’ tardi, siamo tornati al castello; stavolta siamo entrati. Il giardino interno (dentro le mura, dopo la fossa piena di carpe giganti e cigni altrettanto giganti, anziché coccodrilli) e’ alquanto grande e adornato da ciliegi in fiore. Abbiamo pianificato bene le cose in modo da arrivare in questa regione proprio nel mezzo della fioritura dei ciliegi, uno spettacolo da non perdere. Ci sono i classici fiori bianchi e piccoli, ma anche bianchi e grandi e rosa enormi. Quello nella foto del castello di Matsumoto ha i fiori piccoli. Essendo ormai mezza mattinata il castello si e’ riempito di turisti e gente locale. Dopo un po’ di tempo speso a fotografare il giardino siamo entrati nel castello per una lezione di storia giapponese; abbiamo imparato le origini del castello e la sua architettura. Era stato costruito dallo
Shogun locale perché temeva un attacco che non e’ mai arrivato.
Dopo il castello abbiamo visitato il museo affianco che offre sia un po’ di storia del luogo che storia generale giapponese con reperti di varie epoche. Abbiamo pranzato in un localino vicino dove abbiamo diviso un hamburger giapponese (15 cm di diametro) molto saporito. Dopo pranzo, e per il resto della giornata abbiamo girato tutta la città a piedi. Matsumoto ha circa 300 mila abitanti, ma sembra di essere in un paese molto piu’ piccolo. La gente e’ rilassata e lo stress della città non si sente.
Dopo essere rientrati al Ryokan per un pochino a decidere le tappe del giorno successivo siamo usciti nuovamente. Per la cena abbiamo trovato un Soba Shop, dove il proprietario (eravamo i soli) ci ha preparato le ciotole di Soba da zero. Alla fine della cena eravamo d’accordo sul fatto che quella era la migliore Soba che abbiamo mai mangiato. Abbiamo preparato i bagagli e siamo riusciti ad essere a letto per le 22:00, l’indomani la sveglia suona alle 6:00.

12 aprile 2008

Giappone - Giorno 3: Nagano

In questo bellissimo undicesimo giorno del mese di Aprile dell’Anno del Signore 2008 la sveglia ha suonato verso le Sette. Suonato per modo di dire, visto che non ne ho messo di sveglia e mi sono svegliato più o meno all’ora alla quale avevo previsto alzarmi. Nella cucina/salotto dell’ostello ho incontrato una ragazza giapponese di Tokyo. Se ti stai chiedendo cosa ci fa uno di Tokyo in un ostello, la risposta è semplice: dovendo traslocare da un appartamento a un altro questo è un luogo economico nel quale aspettare che il nuovo alloggio si renda disponibile. Insieme abbiamo discusso un po sulla sua nazione ed I luoghi interessanti da visitare. Da quando sono arrivato in Giappone ho deciso di fare uno sforzo ed usare il poco Giapponese che conosco, a volte mi perdo un po’ perché quando chiedo informazioni nella loro lingua si dilungano in spiegazioni pensando che lo parli correntemente, comunque e’ divertente e sto imparando parole nuove tutti i giorni.
Una volta finito di preparare i bagagli, siamo usciti per andare in stazione. Da li abbiamo preso la metro per 3 fermate fino alla stazione JR (Japan Rail, la compagnia ferroviaria più grande) dove abbiamo preso lo Shinkansen (treno veloce, equivalente all’EuroStar) per Nagano (dove sono stati ospitate le Olimpiadi Invernali). Arrivati alla stazione di Nagano alle 11:20 precise (dopo un viaggio con partenza precisa durato quasi un’ora e mezzo) abbiamo visitato l’ufficio turistico dove una signorina gentilissima (ci aspettavamo diversamente? Dopo aver chiacchierato e scherzato ci ha pure regalato una spillina col logo “Benvenuti in Giappone”) ci ha riempito di depliant, indirizzi e consigli sui luoghi da visitare e raccomandato un ristorante per pranzo dove mangiare Soba (brodo di Miso con spaghetti giapponesi, li fanno freschi qui, è un tipico prodotto locale). Poiché Soba è uno dei miei piatti preferiti giapponesi, abbiamo accolto il suggerimento con abbastanza entusiasmo.
Nagano, situata nella parte centrale delle Alpi Giapponesi, quindi circondata dalle montagne, non e’ di certo una cittadina piccola con oltre un milione di abitanti, ma già si sente la differenza con Tokyo ed ha per tutto ed in tutto l’aria di un paese di montagna, un po’ cresciuto ma affascinante. Lasciati i bagagli alla stazione (gli armadietti sono presenti in tutte le stazioni e non solo; applaudo una nazione che non si lascia incutere del terrorismo), e visitato l’ennesimo distributore di bevande (dove ho preso una bottiglietta di te verde al riso tostato) ci siamo incamminati col minimo indispensabile (macchina fotografica) vero la zona dei templi. La passeggiata (freschina col venticello di montagna) e’ stata di circa due chilometri e ci ha portato attraverso la città. Nota divertente: passando davanti alla vetrina di un negozio di abbigliamento abbiamo visto una maglietta che diceva “University of Irrinois”. Mitico! (per chi non avesse capito: lo stato americano si chiama Illinois ma i giapponesi non sanno pronunciare la lettera L).
I templi che abbiamo visitato sono impressionanti, un lavoro di legno di una cura indescrivibile e decorazioni fatte nei minimi dettagli. Come mio solito mi sono sbizzarrito a fare fotografie da tutti gli angoli (dopotutto questo e’ il motivo principale della visita), anche all’interno dopo aver rimosso, come etichetta richiede, le scarpe (non che non ci sia abituato, anche a Jackson si usa così. Quindi quando verrai a casa mia: le scarpe stanno fuori dalla porta… uomo/donna avvisato/a…)
L a fame (io e Lindsey abbiamo sempre fame quando viaggiamo) ha cominciato a farsi sentire più del solito ed abbiamo trovato il ristorantino (6 tavoli) suggeritoci all’ufficio turistico, situato proprio fuori dai giardini del tempio principale. Il prezzo dei menu completi era alquanto modico per la zona e con $10/6.50 Euro abbiamo mangiato varie cose tra le quali una bella ciottola di Soba con pasta fresca. La cameriera non parlava inglese e il menu era solo in Giapponese, ma da quando siamo entrati a quando siamo usciti, mi sono districato a parlare (con confidenza oserei aggiungere) solo Giapponese. Inoltre mi sta riuscendo ogni giorno un po’ più facile di leggere questa lingua, non capisco sempre quello che leggo, però, come nel caso del menu, mi ha aiutato molto.
Dopo pranzo siamo tornati al tempio principale, dove abbiamo ascoltato un monaco suonare il tamburo: un suono ripetitivo ma melodico che si addiceva abbastanza alla giornata grigia e ventosa (ma senza pioggia). Finita la visita, ci siamo incamminati verso la stazione, fermandoci stavolta in un negozio piuttosto grande di libri, per sfogliarne un paio sul luogo in cui siamo, perlomeno per vedere le foto di posti interessanti da scoprire. Alla stazione, ritirati i bagagli, abbiamo preso lo Shinkansen per Matsumoto (un’ora e mezzo un po’ più a Sud) che è partito con un ritardo di 3 secondi sulla tabella di marcia. Dov’e’ che posso lamentarmi?
Siamo arrivati alla stazione di Matsumoto (precisi, recuperando i 3 secondi) che era già buio dove siamo usciti a cercare il Ryokan che abbiamo prenotato in mattinata. I Ryokan sono alberghi un po’ più rustici con tipo di servizio giapponese, notevolmente orientati verso clientela nativa e turisti che preferiscono vivere la loro vacanza in stile giapponese piuttosto che occidentale. Tanto è che quando ho telefonato per chiedere se c’era posto, la signora (in inglese stavolta) mi ha chiesto se l’accomodazione stile Giapponese ci andava bene. A noi va bene tutto purché non costi una fortuna e questo ci è costato $30/20 Euro a notte. Dopo una camminata non tanto lunga, chiedendo informazioni sull’ubicazione del Ryokan mentre camminavamo (con gente che è scesa in strada ad aiutarci), siamo infine arrivati. Alla reception c’era una signora anziana con un sorriso da nonnina che per qualche ragione oscura ha deciso che capiamo giapponese correntemente, ma ha poi chiamato la signora con la quale avevo parlato al telefono. Entrati in camera, la sorpresa è stata piacevole: oltre ai due letti stile giapponese (materassino per terra) c’e’ anche un tavolo basso con due cuscini su cui sedersi e schienale e il servizio da te. In più sono presenti (oltre a TV e vecchio videoregistratore) due kimono per la notte (ora mi sfugge il nome) e c’e’ pure il bagno con doccia e vasca minuscola (nel quale sono presenti persino spazzolini, dentifricio e rasoi per la barba, cose che nelle nostre nazioni non ti danno nemmeno se spendi 200 euro a notte). Non è una camera enorme ma è perlomeno molto accogliente. Il Ryokan si trova appena fuori dal Castello di Matsumoto, luogo storico e patrimonio culturale internazionale, quindi una zona molto interessante. Siamo usciti a fare una passeggiata e cercare un posto per cenare (ma mangiamo sempre?) ed abbiamo visto un ristorante in una via meno principale pieno di gente. Il menu fuori era solo in Giapponese (perlopiù in Kanji, quindi impossibile da leggere) ma il posto pieno di gente locale ci ha fatto pensare che fosse buono. Ci siamo fatti coraggio e siamo entrati, dove siamo stati accolti con la solita ospitalità giapponese. I tavoli erano in stile giapponese, quindi bassi con cuscini per sedersi in terra. La cameriera ci ha dato un menù con un abbozzo di traduzione in inglese e ci e’ bastato per decidere cosa prendere. Abbiamo ordinato un paio di piatti da dividere: Okonomiyaki (uno dei nostri piatti preferiti , anche se qui lo fanno un po’ diversamente), riso con mini-sardine (veramente piccolissime, non piu’ di un cm e mezzo ciascuna) ed un piatto freddo a base di pollo. La cena e’ stata buona e l’ambiente confortevole (unica nota negativa, alla quale dobbiamo abituarci, e’ che in Giappone e’ permesso fumare quasi ovunque, quindi ci siamo trovati in una saletta con molti fumatori). Nonostante cio’, ne siamo usciti molto contenti, per aver vissuto in prima persona una parte di cultura locale piuttosto che andare nei soliti ristoranti turistici. Una volta tornati in albergo abbiamo messo in uso il servizio da te, facendoci una teiera di te verde, e poi a nanna (erano quasi le 23:00).

10 aprile 2008

Arrivo in Giappone

Giappone - Giorni 1 e 2: Tokyo

Eccomi qui con la prima puntata del viaggio in Giappone.

Sono arrivato col volo da Houston (Texas) a Tokyo un po' prima delle 3 del pomeriggio, dopo 12 ore di volo, 3 ore di volo da Salt Lake City a Houston e 5 ore di macchina per andare a Salt Lake. Il volo e' andato benissimo, mi sono capitate 3 poltroncine da solo quindi mi sono anche potuto sdraiare, ed e' passato presto visto che mi son guardato 4 film ed un paio di telefilm.

All'aeroporto di Narita ho incontrato Lindsey un'ora dopo il mio arrivo. Poco dopo abbiamo incontrato una signora di Singapore che e' stata molte volte in Giappone e parla giapponese, ed e' venuta, un po come noi, a vedere i ciliegi in fiore; non aveva ancora una camera prenotata quindi e' venuta con noi al nostro ostello. Ieri sera eravamo abbastanza stanchi quindi non siamo usciti, ma ci siamo soffermati un pochino al bar di sotto a parlare con altri inquilini dell'ostello e sentire che hanno da dire della loro vacanza in Giappone.

La notte ho dormito benissimo, nel silenzio quasi totale. Verso le 10 siamo usciti (pioveva ed ha piovuto tutto il giorno) per andare a visitare un paio di templi nella zona dove stiamo e poi abbiamo preso il metro per Shinjuku, un quartiere moderno, dove la gioventù locale e' solita uscire. Abbiamo visitato la showroom Nissan dove ho potuto provare il comfort e la tecnologia della nuova macchina sportiva e poi abbiamo visitato l'edificio di Sony con gli ultimi gadget e tecnologia varie, dai plasma ai lettori Blue-Ray. Siamo anche stati in un teatro a vedere un atto di un Kabuki (teatro giapponese melodrammatico).

Rientrati in ostello stiamo pianificando il viaggio di domani...