14 aprile 2008

Giappone - Giorno 5 : Magome e Sumago

Il nostro treno e’ partito in perfetto orario alle 7:05 con destinazione Nakatsugawa (1 ora e 20 minuti con l’Espresso), una cittadina di montagna. Il tragitto in treno e’ stato accompagnato dall’attraversamento di valli, fiumi e alte montagne, alcune coperte di neve. Il paesaggio e’ molto simile a quello alpino, non sara’ a caso che queste montagne si chiamano Alpi Giapponesi. Ad ogni passaggio, il controllore, uscendo dalla carrozza si gira e fa l’inchino.
Arrivati a Nakatsugawa, abbiamo preso il bus per Magome (durata 30 minuti). Magome e’ un paesino storico in montagna, ma sorprendentemente, faceva meno freddo che a Matsumoto. Ho approfittato del tempo buono per mettermi in maglietta e pantaloncini. Abbiamo lasciato gli zaini al centro informazioni, dove hanno un servizio che permette di riprenderli a Sumago, lasciando i turisti liberi di fare la passeggiata di 8 Km senza ingombro. Il paese di Magome e’ quello che nelle cartoline potrebbe rappresentare il tipico paesino rustico della campagna giapponese: una stradina centrale percorsa da un canale per lo scolo dell’acqua che arriva dalle montagne, sul quale si affacciano una miriade di negozietti di prodotti locali e ristorantini con specialità della zona. La via principale e’ adornata da mulini ad acqua e vasi di fiori. Abbiamo trovato molti prodotti a base di castagne, uno dei prodotti per i quali questa regione e’ conosciuta. La gente e’ sempre calorosa, fatto che abbiamo riscontrato in tutte le parti del Giappone nelle quali siamo stati e si fanno in quattro per aiutare anche senza capire l’inglese. Se chiediamo direzioni, non si limitano ad indicare la via, ma vogliono a tutti i costi accompagnarti in modo che diminuiscano le possibilita’ che tu ti perda. Eh si, secondo la cultura giapponese non sarebbe per nulla educato creare un inconveniente nei confronti di un’altra persona. Oltre alla calorosa accoglienza del popolo, devo dire che i Giapponesi sono con certezza le persone piu’ educate che abbia mai incontrato. E’ necessario che sfati un mito però: su tutte le guide ho letto che i giapponesi che non parlano inglese tendono ad evitare il contatto con gli stranieri, non per mancanza di cortesia ma piuttosto per il contrario: pensano che non essendo capaci di aiutarti possano in qualche modo crearti un inconveniente. Al contrario, oltre as salutare e fare l'inchino, tutte le persone con le quali ho cominciato una conversazione si sono dimostrate gentilissime e piu’ che decise ad aiutarci. In altri casi, molto spesso ci capita di essere salutati e fermati da Giapponesi che hanno una voglia matta di praticare un po’ d’inglese.
Dopo la visita al paese ci siamo incamminati con macchina fotografica alla mano per il nostro mini-trekking di 8 Km. Il sentiero ci ha portato su e giu’ per un paio di monti, attraversando sia zone coltivate che cascate, ruscelli e foreste. Ho sempre voluto visitare la campagna giapponese e sono contento che questo viaggio mi permetta di farlo. La nostra passeggiata e' stata costellata dai "Konnichi-wa" (Buon Pomeriggio) dei turisti giapponesi (non abbiamo ancora visto altri turisti stranieri qui, con nostro piacere) che andavano in senso contrario, ai quali abbiamo risposto con altrettanto vigore.
Nel mezzo pomeriggio siamo arrivati a Sumago, simile a Magome come stile ma appena piu’ piccola. Abbiamo pranzato li e ci siamo seduti su una panchina ad osservare la gente, mentre cominciava a pioggerellare leggermente. Dopo aver ripreso gli zaini all’ufficio turistico, siamo saliti sul bus per la stazione di un paesino vicino, Nagiso (10 minuti). Mentre aspettavamo il bus abbiamo conosciuto due ragazzi est-europei e scambiato un po’ di esperienze. Loro viaggiano in direzione opposta alla nostra. Il treno ci ha portato fino a Nagoya, la quarta citta’ piu’ grande del Giappone, che ci ha accolto con una pioggia quasi torrenziale. L’ostello nel quale passavamo la notte si trova a 15 minuti di cammino dalla stazione, per fortuna pioveva piu’ leggermente dopo un’oretta passata ad ammirare il labirinto di negozi nel sotterraneo della stazione. Nagoya e’ una citta’ fiorente e si vede, i negozi di grandi marche sono dappertutto, dall’abbigliamento al cioccolato e da’ un po’ l’impressione di essere a Tokyo coi suoi neon e strade larghe, ma basta uscire un po’ dalla zona della stazione che sembra aver cambiato citta’ ed essere in una molto piu’ piccola. L’ostello (dal nome impronunciabile e lunghissimo) e’ il piu’ grande che abbia mai visto, 8 piani e due ale. La signora alla reception era di una dolcezza indescrivibile, sembrava fatta di zucchero. Piu’ viaggio e piu’ mi chiedo come facciamo noi, nelle nostre nazioni occidentali (con un pochino di eccezione per gli Stati Uniti, dove la cortesia e' piu' comune), a sopportare l’arroganza e la mancanza di gentilezza delle persone che dovrebbero essere al nostro servizio? Mi rendo conto anche che gli italiani non vincono di certo alcun premio per cortesia e gentilezza con la loro diffidenza e menefreghismo del prossimo. Forse e’ una delle ragioni per le quali quando torno in Italia non mi sento piu’ a casa…
La nostra stanza (privata, non stile dormitorio) e’ decorata in stile giapponese coi tatami e tavolo con servizio da te, come al Ryokan di Matsumoto. Al piano di sopra ci sono le docce e il bagno comune, con una vasca enorme di acqua calda per rilassarsi come negli Onsen (bagni termali). Abbiamo deciso di passare due notti li, cosi’ non dobbiamo rimorchiarci gli zaini pesanti appresso e da qui domani possiamo fare una gita diurna a Takayama (anche’ perche’ li c’e’ un festival e gli alberghi sono tutti occupati).
Una cosa che non e’ facile trovare e costa abbastanza sono gli internet caffe’. Nella hall dell’ostello c’e’ un computer con internet che costa 100 Yen per 15 minuti, ma trovare wi-fi non e’ semplice, forse perche’ hanno tutti internet a casa (all’ostello di Tokyo lo avevamo ed anche 4 computer a disposizione di tutti gratis). A causa di cio’ mi e’ difficile inviare questo diario regolarmente, quindi abbiate pazienza.
Per la cena siamo andati a mangiare curry che qui e’ buono ed a buon prezzo. Ne ho preso un piatto con calamari fritti.

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