16 agosto 2009

Giappone - Giorno 8: Osaka

Il nostro shinkansen e’ arrivato in stazione ad Osaka (Shin-Osaka, la stazione dei treni veloci) a mezzogiorno e cinque, in perfetto orario (strano eh?) ed all’uscita dei binari c’era la mia amica Chakie ad aspettarci. Anche se non ci vedevamo da circa otto anni mi ha visto subito e si e’ lanciata in un saluto con la tipica esuberanza giapponese (quella riservata alle persone che conoscono). Chakie lavorava al padiglione giapponese a Epcot (Walt Disney World) mentre io lavoravo a quello Italiano e quindi siamo stati amici e vicini di casa per un anno. Mentre ero all’universita’ a Honolulu era pure venuta a trovarmi per un paio di giorni. E’ sempre bello rivedere vecchi amici, soprattutto quando il tempo sembra passare cosi’ velocemente da non rendersene conto. Un attimo hai 25 anni, ti giri e ne sono passati 13. Penso che la mia vita sia l’essenza del detto “cogliere l’attimo fuggente” – non la vorrei in nessun’ altra maniera.
Chakie aveva preso 3 giorni liberi in modo da stare con noi e poterci mostrare la sua citta’ ed i dintorni.
Osaka e’ la terza citta’ piu’ grande del Giappone (o la seconda? Non ricordo piu’) e, come Tokyo, mostra un forte sviluppo urbano, anche se la differenza con Tokyo si vede. Molta gente dice che la vita notturna a Osaka non ha nulla da invidiare a Tokyo, anzi, la sorpassa. C’e’ che dice che a Tokyo c’e’ piu’ varieta’ di intrattenimento. A me piacciono entrambe, ognuna ha diverse cose da offrire e la posizione di Osaka la rende un’ottima citta’ come base per gite di un giorno. Ed infatti ce ne siamo resi conto spesso, decidendo di usarla per buona parte del nostro soggiorno; dapprincipio dovevamo stare qui solo una notte, poi invece abbiamo pernottato quattro notti in parte anche per la qualita’ del nostro ostello.
Non avevamo prenotazione (come al solito) pero’ al centro informazioni della stazione ci hanno aiutato a contattare vari alberghi/ostelli fino a trovarne uno disponibile e con prezzi per le nostre tasche. Siamo cosi’ finiti al Shin-Osaka International Youth Hostel a pochi minuti a piedi dalla stazione. Per togliere il commento di mezzo subito subito: il piu’ bello ostello in cui sia mai stato e che abbia mai visto. SHYH occupa il nono e decimo piano di un grande palazzo di buon gusto architettonico e moderno (spiacente, ci siamo dimenticati di fare foto) a forma di martello. La reception e’ ampia e nello spazio comune si trovano computer con accesso a internet (e wi-fi), una libreria piuttosto fornita di manga e libri di viaggio per chi desiderasse scoprire altre destinazioni, tavolini e divano, armadietti con lucchetto gratis e la sera offrono pure un servizio di te e caffe gratis. Nei bagni, oltre alle docce si trova pure un onsen (bagno caldo comune). Ce n’e’ uno per gli uomini e uno per le donne. Come ho detto ci siamo trovati talmente bene che aggiungendo una notte alla volta abbiamo pernottato li quattro notti.
Sbrigate le formalita’ e lasciati i bagagli, Chakie ci ha portato in giro a vedere la citta’. Prima siamo stati in un parco con dei giardini ben curati e poi nel quartiere di Ginsekai dove si trova la torre di Osaka (foto inclusa). Di solito descrivo i quartieri della citta’ con termini quali: bello, pulito, rumoroso, etc. per Ginsekai invece non riesco a trovarne uno piu’ adatto di “buffo” – Diciamo che e’ un quartiere diverso dal solito, sia i negozi che la gente presente hanno un aria di divertente, e’ difficile spiegarsi, bisogna vederlo.
Dopo Ginsekai, Chakie ci ha portato da un’altra parte della citta’ a cena. Anche qui il livello di intrattenimento e’ stato abbastanza alto. Il vantaggio di uscire con una persona del luogo (specialmente in una paese di cultura e lingua diversa) e’ che si provano cose che i turisti normali non provano, e cosi’ Chakie ci ha portato a mangiare Tako Yaki. Tako in giapponese vuol dire polpo, ed in questo tipo di ristorante (come si puo’ vedere nelle foto) ogni tavolo ha 4 piastre dove, una volta deciso cosa prendere, i camerieri versano gli ingredienti (noi abbiamo fatto tutte e quattro le piastre con gusti vari: polpo, gamberi, formaggio, cipolline verdi e altro) e li si lascia cuocere. La base e’ una pastella di farina, ma prima di versare quella bisogna oliare le piastre con un pennello, tutto il necessario e’ sul tavolo. Una volta che la piastra e’ calda ed il fondo e’ cotto si gratta la parte di sopra e la si spinge nei buchi. Quando diventa ben cotta, con i bastoncini si capovolgono queste mezze palline cosicché anche l’altra parte cuoce e si ottengono palline belle tonde di polpo (o qualunque cosa si voglia). Il Taco Yaki e’ stato tanto buono quanto divertente, nelle foto si vede anche quanto sia caldo, con Chakie e Lindsey che si sono bruciate la lingua.
Dopo il ristorante Chakie ci ha portato su una ruota panoramica in centro città (questa definizione a Osaka non va tanto bene, infatti sembra che abbia tanti centri-citta’, sembra quasi New York in steroidi) dalla quale abbiamo potuto ammirare la citta’ di notte e fare qualche foto (il mio nuovo obbiettivo ha fatto miracoli). Rientrati in ostello ci siamo dati appuntamento per l’indomani mattina per andare in un posto chiamato Koya-San, pare ci sia un vecchio cimitero. Se Chakie dice che vale la pena vederlo, deve essere vero. Sono stato al computer fino a tardi nel salottino ed all’una del mattino ho avuto modo di sentire gli effetti della geologia locale: tutto ad un tratto l’edificio intero si e’ messo a tremare e dalla finestra vedevo l’altra parte del palazzo muoversi (anche quella dov’ero io si muoveva ovviamente). Ci sono state tre scosse brevi di terremoto. L’indomani ho saputo che l’epicentro era proprio sotto Osaka ed il terremoto ha registrato il primo grado della scala Richter. Lindsey dormiva e non se ne e’ accorta. E’ stata una giornata lunga ed e’ ora di andare a dormire, il gallo canta presto. Oyasumi-Nasai! (Buona Notte!).
Ah dimenticavo... Yattaman! Stanno rifacendo la serie in TV e mi e' sembrato il caso di fare la foto alla pubblicita' nella stazione.

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